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giovedì 8 luglio 2021

LA SCELTA - CRISTO O MAMMONA? LA CONDIVISIONE COME CHIAVE DELL'EVOLUZIONE (Parte 2/4)


Adesso tratteremo un’altra bellissima parabola di Gesù che è rivolta a coloro che credono sia compatibile seguire Dio e la Ricchezza. E’ la Parabola di Lazzaro e del ricco epulone.

Il Ricco epulone che veste di porpora e di bisso altro non è che un uomo ricco all’esterno ma di una profonda miseria e povertà interiore che si evidenzia dal bisogno di manifestarsi al di fuori con segni esteriori.


Questo concetto è attuale più che mai:

Più la persona è misera dentro, più ha bisogno di apparire ricca al di fuori, e più accessori e più cose esibisce al di fuori di sé , più queste sono una denuncia della profonda miseria e povertà che ha dentro. Al contrario più una persona è ricca dentro e più sarà semplice ed essenziale al di fuori.

Questa miseria interiore si manifesta anche nel bisogno del Ricco epulone di banchettare lautamente tutti i giorni. Questo ricco ha una grande fame dentro di sé e questa fame va saziata. Il ricco pensa di saziare questa fame ingurgitando cibi, ma non capisce che la sua fame è interiore. e che risiede altrove.

Cambia la scena e ci viene presentato un mendicante

All’epoca di Gesù si riteneva che Dio premiasse con la Ricchezza e con una vita feconda chi si comportava bene, e castigasse con povertà e malattie chi era nel peccato.

Credendo che la Ricchezza sia una benedizione del Signore , sembra che Gesù ci abbia presentato in questo ricco che veste splendidamente e banchetta lautamente , una persona benedetta agli occhi di Dio! Invece il Mendicane , un maledetto da Dio, un castigato e peccatore.

La Bibbia spesso dice che coloro che hanno il corpo coperto da piaghe sono stati castigati da Dio per i loro peccati.

Nella parabola questo povero era bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco , ma gli unici che si avvicinavano erano i cani.

Nessun gesto di compassione e nessuna reazione da parte del ricco, non perché fosse malvagio , ma perché il ricco non se ne accorge.

L’accusa che farà Gesù al Ricco non è di cattivo comportamento nei confronti del povero , ma di aver vissuto a un livello tale da non accorgersi dell’esistenza di questo mendicante.

I Ricchi vivono in un loro mondo, vivono in un Mondo nel quale raramente si imbattono nella povertà, vivono nei loro quartieri, frequentano persone del loro stesso livello, ristoranti esclusivi e non si imbattono mai nella miseria e nella disperazione degli uomini.

Il Ricco non è uno che si comporta in maniera malvagia nei confronti del povero, ma è uno che lo ignora, è il vero cieco.

Ritornando al brano, arriva la Morte sia per il povero Lazzaro che per il ricco Epulone. Per la mentalità di allora gli inferi erano la dimora dei morti , quindi tutti, buoni e cattivi, una volta morti scendevano in quella caverna sotterranea.

C’è però una differenza: nel luogo più profondo, nel luogo più tenebroso si credeva scendessero i malvagi, mentre in cima , dove si immaginava ci fosse una montagna , il luogo più eccelso e più luminoso, andavano i giusti.

Con questa parabola Gesù ha rovesciato la mentalità ebraica!

Il povero, ritenuto impuro viene portato dagli angeli nel seno di Abramo, il Ricco invece , che si credeva benedetto da Dio per via della sua ricchezza stava negli inferi tra i tormenti.

Non è vero che il ricco è un benedetto da Dio , in realtà è un maledetto perché non ha usato la sua ricchezza per farsi degli amici che lo accogliessero per un domani.

Il fatto che ora il Ricco chiami Abramo con l’appellativo di Padre , significa che lui e Lazzaro sono fratelli; finalmente il Ricco scorge nel povero Lazzaro un fratello, anche se adesso ne ha bisogno per il suo interesse. Ma non si può cambiare all’ultimo momento . Una conversione quando è troppo tardi non porta gli effetti voluti.

Il Ricco è l’individuo che per la sua mentalità, per la sua abitudine , per la vita che ha tenuto, pensa che tutto gli sia dovuto.

Quindi anche nell’aldilà, stando tra i tormenti , cosa fa? “Padre Abramo , mostrami pietà e comanda Lazzaro” Parla all’imperativo , non supplica , non capisce che ormai la sua esistenza è finita. Quindi continua a comandare di usare Lazzaro per i suoi scopi e per il suo interesse. Pur in mezzo ai tormenti, pur stando nell’aldilà non ha capito assolutamente niente.

Abramo gli risponde che non è possibile, gli dice che tra il Povero Lazzaro e lui c’è un abisso invalicabile e incolmabile.

Quale è questo abisso?

E’ lo stesso che esisteva in terra. Sulla terra il Ricco non aveva scorto l’esistenza del mendicante pur stando a pochi metri di distanza. Abramo fa notare che la stessa lontananza di allora c’è anche adesso, per cui è impossibile che si trovino.

Non è facile però cambiare la mentalità del ricco, infatti ora chiede di mandare Lazzaro ad avvertire ... chi?

Ci aspetteremmo dicesse di avvertire il popolo, affinché non commetta il suo stesso errore e capisca che la ricchezza non va usata soltanto per sé, ma condivisa con gli altri, ma niente da fare! Il Ricco è tale perché in lui non c’è traccia di generosità. Se i Ricchi fossero generosi, non sarebbero più ricchi.

Il Ricco è tale perché è egoista e anche dalla sua triste posizione nell’aldilà , comanda di mandare Lazzaro alla sua famiglia. Non dice di mandarlo nel paese dove abitava ad avvisare tutto il popolo, ma continua soltanto a pensare egoisticamente nei termini ristretti del proprio interesse.

Il Cristianesimo di Gesù è tutto un invito alla Condivisione. Anche lo spezzare il pane significa dire: “Guarda, quello che possiedo non lo tengo soltanto per me, ma lo condivido con te!

Gesù insegna che il Ricco non sarà capace di condividere quello che ha con chi è nel bisogno.

Non solo questa parabola ma tutto l’insegnamento di Gesù è a favore della condivisione dei beni.

Abbiamo detto che la volontà di Dio è che nessuno nel suo popolo sia bisognoso.

Affinché nessuno nel popolo Israelita fosse bisognoso, c’era una legge più teorica che messa in pratica. Era la legge del settimo anno, e cioè che ogni sette anni tutti i debiti fossero cancellati. Nonostante fosse la stessa legge di Dio a dire che ogni sette anni i debiti andassero annullati, non veniva messa in pratica. Era una legge fatta a favore dei poveri, ma in realtà si era rivolta contro i poveri , perché se ogni sette anni i debiti andavano cancellati , chi volete che prestasse denaro ad una persona non avendo la piena garanzia che poi questa gli potesse restituire il dovuto? 

Nel popolo di Israele si viveva una profonda ingiustizia: poche persone detenevano una grande quantità di terra e la maggioranza ne era priva, allora si sperava che con l’avvento del Messia si sarebbe ristabilita la giustizia.

E’ quello che Gesù tenta di fare ma che non riuscì all’epoca.

Quando Gesù nella prima predica dichiara di essere venuto a proclamare l’anno di grazia del Signore ( l’anno di grazia è il giubileo che è la remissione dei debiti) credete che lo abbiano applaudito? No, anzi lo hanno buttato fuori dalla sinagoga e lo hanno condotto sul ciglio del burrone per gettarlo giù.

Perché questo atteggiamento?

Perché Gesù dopo aver detto che era venuto a proclamare l’anno della grazia , cioè, l’anno della remissione dei debiti, dice: “Oggi si realizza questa profezia”.

Fintanto che la profezia era una speranza per un tempo lontano andava bene, ma che Gesù venisse a dire che oggi stesso i debiti fossero cancellati, era troppo!


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